Terra di Leuca


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Tradizione

Il Salento, è da sempre una terra ricca di cultura e tradizioni, ereditate dalle forti influenze della civiltà greco-bizantina ed in misura minore di quella araba. Tutto ciò, è facilmente riscontrabile nei miti e nelle leggende, nelle credenze e nelle superstizioni, nei canti popolari, nelle fiabe e nei racconti di streghe, ninfe e folletti che sembrano popolare questa magica terra. La tendenza naturale alla magia per la capacità di attribuire realtà all'invisibile, è tipica della cultura contadina del Salento. Così la terra e l'aria sarebbero popolate di spiriti, buoni e maligni, capaci di influire sulle vicende umane. A questa cultura appartiene la credenza dei lauri, folletti dalla doppia natura angelica e selvatica, che entrerebbero nelle case per dispensare ricchezze o per fare dispetti. Una credenza medievale di probabile origine araba, già legata alla cultura napoletana, ma ben radicata in Puglia.  Nel Salento, assume denominazioni diverse come municeddu o scazzamurreddu con altre varianti a seconda delle zone geografiche. Nella versione cristianizzata, i lauri non sarebbero altro che i bambini morti senza battesimo, con una frequente contaminazione tra tendenze animistiche e culto religioso, in un'apparente contraddizione tra superstizione e tradizione religiosa.  Nel Salento, la dimensione religiosa assume un carattere di vitale importanza e connota le feste fin dall’antichità, da quando cioè le sagre rappresentavano, prima di tutto, momenti di contatto tra gli uomini e di comunione con il sacro. Per questo, le feste per il Santo Patrono e per la Madonna, le celebrazioni del Natale e della Settimana Santa, del Carnevale, le fiere e le tante sagre, sono gli esempi di questa profonda e vitale manifestazione culturale che si perde indietro nei secoli. Manifestazioni ed eventi, ma soprattutto sagre e feste patronali, ricorrono tutto l'anno e coinvolgono tutti i piccoli borghi del territorio. Tramandate dagli anziani e riscoperte dai giovani, le sagre animano tutto il Salento, soprattutto nelle calde notti d’estate, dando ai turisti la possibilità di fruire del sano divertimento e di avvicinarsi alla cultura, alle tradizioni popolari e ai costumi del popolo salentino. Nel Capo di Leuca, gli eventi di particolare rilevanza sono la Festa del Grano ad Acquarica del Capo, che si tiene ogni anno fra la fine di luglio e gli inizi di agosto, la Festa di San Rocco (con tamburelli, pizzica e ballate) a Torrepaduli di Ruffano, 14-16 agosto e, nel periodo natalizio, il monumentale Presepe Vivente sul Monte Orco a Tricase.

Alcuni eventi, specialmente nel periodo di Carnevale e in quello estivo, mettono in risalto le abitudini, i vizi e le virtù della società salentina, attraverso le commedie teatrali. Un viaggio negli eccessi, nei riti e nelle superstizioni, nei fatti quotidiani di una realtà a volte amara, che viene alleviata con il buonumore, toccasana e rifugio, per gli spettatori, dalle noie e dai problemi di tutti i giorni. Il tutto in rigoroso dialetto salentino, (talvolta ritenuto lingua e non dialetto), molto diverso dal dialetto pugliese centro-settentrionale e più simile a quello siciliano orientale. Da ricordare che nel Salento, esistono inoltre delle peculiari enclavi etnico-linguistiche. In buona parte della regione storica della Grecìa Salentina, nel Salento centrale, si parla un dialetto neo-greco noto come grecanico o griko, che trae probabilmente origine da migrazioni bizantine del medioevo.

Molto noto nel Salento, ma soprattutto nel Capo di Leuca, è Papa Caliazzu (Papa Galeazzo), un personaggio della letteratura popolare, influenzata dal romanzo picaresco spagnolo. Si tratta di un estroso e bizzarro arciprete di Lucugnano, frazione di Tricase, secondo alcuni ispirato (almeno nel nome) ad un parroco realmente esistito nel XVI o XVII secolo, protagonista dei li cunti, una serie di aneddoti, barzellette e brevi racconti ancora oggi conosciuti nel tradizionale folklore salentino. Questi racconti sono stati raccolti nel 1912 ne Il breviario di Papa Galeazzo, ristampato nel 1973.

Ma ciò che maggiormente emerge nella tradizione e nella cultura salentina, è legato alla musica e alla danza, e in particolar modo al tarantismo, fenomeno storico-religioso che affonda le sue radici in culti pagani e cristiani, dove il morso della tarantola trova rimedio nel ballo liberatorio della pizzica, accompagnato dal ritmo ossessivo dei tamburelli. Tradizionalmente rinomata è anche l'enogastronomia, vera rappresentante della dieta mediterranea, e assai apprezzato è l'artigianato.